Data protection, backup e disaster recovery: scopri le differenze
La data protection serve a proteggere le informazioni essenziali da danneggiamenti, compromissioni o perdite. Include la resilienza locale dei cluster (RF, snapshot, cloning, self-healing) e un backup integrato secondo la regola del 3-2-1: almeno tre copie di backup, conservate in due ubicazioni distinte, di cui almeno una offsite.
Il backup è un processo in cui viene eseguita una copia dei dati. In genere si tratta di una combinazione di backup completi occasionali per copiare tutti i dati, e backup incrementali a cadenza regolare (spesso eseguiti durante la notte) che copiano solo i dati che nel frattempo sono stati modificati.
Il disaster recovery ripristina le funzionalità IT più importanti e l'operatività aziendale utilizzando un'ampia gamma di strumenti, policy e procedure. L'orchestrazione (per esempio la pianificazione dei ripristini e l'automazione dei runbook) necessita di automazione a più livelli per garantire rapidità al processo di DR. Il software Nutanix integra numerosi altri servizi semplici e sicuri che sono parte della piattaforma cloud Nutanix.
Ma perché il backup e il disaster recovery sono importanti?
I downtime delle applicazioni e le perdite di dati hanno costi altissimi. Gli outage non pianificati possono infatti causare perdite per mancata produttività per oltre 9000 USD al minuto, e danneggiano la reputazione aziendale.
I dati sono la risorsa digitale più importante in assoluto per la maggior parte delle organizzazioni. Secondo le stime, entro il 2025 i dati toccheranno quota 175 zettabyte: la loro crescita, gestione e protezione sono dunque gli obiettivi principali per gran parte delle aziende.
I rischi sono in continuo aumento
Nessuna organizzazione è al sicuro da disservizi, violazioni della sicurezza e altri eventi potenzialmente catastrofici, e purtroppo molte organizzazioni non dispongono di piani di business continuity e disaster recovery capaci di tenere il passo con il variare delle esigenze aziendali.
È essenziale conoscere i rischi e disporre di piani di business continuity e di DR che si adattino a queste dinamiche. La maggior parte delle aziende non è in grado di sostenere i costi di un downtime non pianificato superiore a un'ora. Migliorare i Recovery Point Objective (RPO) e i Recovery Time Objective (RTO) è una priorità assoluta.
Definizioni da conoscere
Business Continuity (BC): il grado di prontezza delle aziende ad operare in caso di interruzioni impreviste alla propria rete o infrastruttura.
Disaster Recovery (DR): un piano che aiuta le organizzazioni a tornare operative dopo un disservizio, con tempi di inattività minimi e perdite di dati il più limitate possibile.
Data Protection (DP): il processo di salvaguardia delle informazioni da danneggiamenti, compromissioni e perdite tramite il backup dei dati e le snapshot delle applicazioni.
Service Level Agreement (SLA): l'accordo tra cliente e provider che specifica nei dettagli i requisiti contrattuali in fatto di RTO e RPO.
Recovery Time Objective (RTO): la quantità di tempo di inattività che un'azienda è in grado di tollerare.
Recovery Point Objective (RPO): l'entità della perdita di dati che un'azienda è in grado di tollerare.
Tipologie di backup
Backup completo: scenario in cui viene effettuato un backup di tutti i dati in una collocazione differente (on-premise o nel cloud)
Backup differenziale: è la situazione in cui per esempio la domenica viene eseguito un backup completo, e il lunedì ne viene eseguito un altro che include solo le modifiche intervenute nel frattempo. Il martedì si effettua un backup di tutto ciò che è cambiato da domenica. Il mercoledì si esegue poi un altro backup con i dati che sono cambiati rispetto alla domenica, e così via. Si tratta di una tipologia di backup migliore rispetto ai backup completi, ma non altrettanto valida quanto i backup incrementali, che contengono solo i dati modificati dall'ultimo backup dello stesso tipo. Il ripristino è più lento perché bisogna recuperare il backup completo eseguito la domenica, aggiungere quello incrementale del lunedì, poi quello incrementale del martedì e così via, sino ad arrivare al giorno desiderato.
Backup incrementale: un backup che contiene solo le modifiche o le aggiunte eseguite rispetto all'ultimo backup.
Mirroring: è una copia identica del disco rigido che include le applicazioni, i file nascosti, le preferenze e le impostazioni, il sistema operativo, ecc.
Backup locale: è sinonimo di backup on-premise, in cui i dati vengono archiviati in sede su un supporto quale nastro, disco, ecc. È importante che questo tipo di backup rimanga in sede, o comunque in prossimità dei dati ai quali si riferisce.
Backup sul cloud: una soluzione di backup che consente alle aziende di avere un backup in remoto sul cloud. Esistono soluzioni basate sia sul cloud pubblico che sul private cloud. Nutanix offre due soluzioni: Nutanix Disaster Recovery su NC2 (sul cloud pubblico, usando AWS), e Nutanix DRaaS (nel private cloud, usando Nutanix).
Backup ibrido: soluzione di backup che combina il backup locale con quello remoto.
Tipi di disaster recovery
Disaster recovery basato sul cloud: soluzione di DR ospitata su un cloud pubblico o su un private cloud.
Virtualizzazione: è la specialità di Nutanix: permettiamo alle organizzazioni di tornare operative in tempi estremamente rapidi ripristinando tramite Internet i server, le applicazioni e i sistemi operativi dei quali è stato eseguito il backup
Disaster Recovery as-a-Service: soluzione di DR completamente gestita in cui le aziende non devono manutenere e gestire il proprio piano di disaster recovery. Con il DRaaS, il provider del servizio (Nutanix, nel nostro caso) si occuperà di gestire l'infrastruttura.
Disaster recovery nel datacenter: è il piano di DR approntato da un'organizzazione per affrontare interruzioni impreviste dei servizi. Il piano stabilisce il modo in cui i dipendenti e il personale interessato recupereranno i dati e vi accederanno.
Ecco perché le aziende hanno bisogno di backup e disaster recovery
Il disaster recovery moderno, che oggi in genere segue il modello as-a-Service, è fondamentale per la protezione in loco di dati e applicazioni aziendali da emergenze causate da persone, calamità naturali o interruzioni di servizio, permettendo un ripristino completo nel cloud.
Oggi il DR è particolarmente importante, visto l'avvento del lavoro a distanza e la frequenza sempre crescente degli attacchi informatici. Spesso lavorando da remoto si è più propensi a semplificarsi la vita abbassando la guardia sulla sicurezza, cosa che rende più facile ai criminali informatici compromettere le reti tramite attacchi DDoS.
Ecco perché il disaster recovery è così importante. Ma soprattutto, consente alle aziende di effettuare il failover delle applicazioni, orchestrare il failback sui server che sono stati ripristinati, e ristabilire la connessione degli utenti via VPN o Remote Desktop Protocol (RDP).
Un valido piano di business continuity e DR è il modo migliore per evitare perdite di dati e fornire un accesso continuo ad applicazioni e dati gestendo tutto da remoto — anche nelle situazioni più estreme e con poco personale e risorse.
Come scegliere una soluzione di backup e di disaster recovery
Di seguito sono riportati alcuni elementi chiave di cui tenere conto prima di scegliere una soluzione di backup e di DR.
Dati: dove andranno i tuoi dati? Quanti dati hai? Con quanti tipi di dati hai a che fare? Una grande varietà di dati aumenta la complessità, e rende difficile scegliere dove archiviarli. I dati possono risiedere su server, desktop, su storage a blocchi, file o a oggetti, e in diversi cloud.
Esigenze: secondo l'Enterprise Strategy Group (ESG), due terzi dei servizi devono necessariamente essere ripristinati entro due ore. I Recovery Time Objective (RTO) e i Recovery Point Objective (RPO) si stanno abbassando, e le aziende necessitano di una protezione maggiore.
Virtualizzazione: sebbene sia ormai ritenuta indispensabile, la virtualizzazione complica la data protection: questo può portare l'IT a modificare o aggiungere soluzioni. Inoltre, con l'aumentare del numero di hypervisor aumenta anche la complessità: secondo IDC già nel 2015 oltre il 72% delle aziende utilizzava più di un hypervisor.
Tempo: il tempo a disposizione per le attività di data protection come la replica dei dati, la creazione di snapshot e la distribuzione delle copie in diversi siti è sempre meno, e le finestre di backup si sono azzerate. La data protection tradizionale è laboriosa, e le aziende non hanno abbastanza tempo a disposizione.
Complessità: il moltiplicarsi delle soluzioni di protezione, dei server e dei supporti quali dischi e nastri si traduce in una maggiore complessità per le aziende.
Costi: l'aumento del volume di dati, l'allungarsi dei periodi di conservazione, la maggiore complessità di hardware e software e soprattutto i downtime IT hanno l'effetto di far lievitare i costi. Secondo il Cost of Data Center Outages 2016 Report del Ponemon Institute, il costo medio di un outage è progressivamente aumentato dai 505˙502 USD del 2010 ai 740˙357 USD del 2016: una variazione netta del 38%. Lo studio ha inoltre dimostrato che un outage non pianificato può comportare perdite per oltre 17˙000 USD al minuto; in media, comunque, l'importo si aggira sui 9000 USD.
Proliferazione delle copie: le copie di backup dei dati sono indispensabili per il DR — ma tanto maggiore sarà il volume delle copie quanto più alti saranno i costi, e sarà più difficile decidere cosa tenere e cosa scartare.
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