Dicembre 2022 - Gennaio 2023: Vanson Bourne ha intervistato 1,450 decisor-makers in tutto il mondo.
Per il quinto anno consecutivo, Nutanix ha commissionato una ricerca internazionale per conoscere lo stato delle implementazioni del cloud enterprise in tutto il mondo. Tra il dicembre 2022 e il gennaio 2023 la società britannica Vanson Bourne, specializzata in ricerche di mercato, ha intervistato 1˙450 decisori IT sui progressi che stanno compiendo nel loro percorso di implementazione del cloud. Il campione degli intervistati comprendeva molteplici settori, aziende di dimensioni differenti, e le seguenti aree geografiche: Nord e Sud America; Europa, Medio Oriente e Africa (EMEA); e la regione Asia‑Pacifico‑Giappone (APJ).
Questo report è complementare al Quinto Enterprise Cloud Index annuale globale e si concentra sulle implementazioni cloud in Italia, mettendo a confronto i piani cloud, le priorità, le difficoltà e le esperienze dei professionisti IT del Paese con il resto della regione EMEA e del mondo.
01I reparti IT in Italia superano abbondantemente
la media per quanto riguarda l'utilizzo di infrastrutture IT miste.
Quasi tre
quarti degli intervistati ECI in Italia (72%) dichiara di utilizzare oggi varie modalità
infrastrutturali — che si tratti di una combinazione di datacenter on‑premise e ospitati (la più
comune tra gli intervistati in Italia), di un mix di private cloud e cloud pubblici, o di più
cloud pubblici. La percentuale è di gran lunga superiore rispetto alla media del 60% registrata
fra tutte le organizzazioni intervistate a livello globale (Figura 1).
L'area in cui è
prevista la maggiore crescita in Italia è l'infrastruttura multicloud ibrida
(ossia l'infrastruttura di private cloud abbinata a più di un cloud pubblico), il cui uso gli
intervistati prevedono di triplicare entro il 2026. Entro lo stesso periodo intendono inoltre
più che raddoppiare l'uso del cloud ibrido (private cloud più un solo cloud pubblico), e allo
stesso tempo diminuire drasticamente il ricorso alla combinazione di datacenter on‑premise e
ospitati.
Oggi
Tra 1‑3 anni
Figura 1. Utilizzo di più ambienti IT
Solo infrastruttura on‑premise*
Solo infrastruttura ospitata*
Solo un cloud pubblico*
Infrastruttura sia on‑premise che ospitata
Cloud ibrido
Multicloud ibrido
Multicloud
Oggi
Tra 1‑3 anni
*La percentuale totale dei modelli utilizzati e previsti potrebbe non corrispondere al 100% a causa dell'arrotondamento.
02Quando si tratta di scegliere l'infrastruttura IT, in Italia la valutazione dei costi e delle prestazioni pesa più che altrove.
Quando è stato chiesto di indicare il criterio più importante per approvare gli investimenti
nelle infrastrutture IT, in Italia come nel resto del mondo le varie risposte degli intervistati
(Figura 2) hanno rispecchiato le differenze di priorità che esistono fra aziende di diverso
tipo. Tali differenze sono determinate da fattori quali il settore verticale di appartenenza, le
dimensioni dell'azienda, l'area geografica, le normative locali da rispettare, gli obiettivi di
business e di sostenibilità, e le filosofie e strategie IT interne. Vale però la pena
sottolineare che in Italia il fattore decisionale principale è risultato il costo, a differenza
degli altri Paesi in cui si classifica invece all'ultimo posto in ordine di importanza.
In
Italia, il doppio degli intervistati rispetto al resto del mondo (12%) ha indicato il costo
come priorità determinante nel processo decisionale per gli investimenti infrastrutturali; la
stessa percentuale (12%) ha scelto come criterio principale le prestazioni, superando
moderatamente le medie dell'area EMEA (+5 punti percentuali) e del mondo (+4 punti percentuali),
come mostrato in figura.
Come negli anni passati, la sicurezza informatica continua a
occupare il primo o il secondo
posto in ordine di importanza per tutti gli intervistati. In Italia quest'anno si è classificata
al secondo posto a pari merito con i servizi dati, essendo stata indicata dall'11% dei
professionisti IT come criterio di selezione dell'infrastruttura.
Governance
Prestazioni
Cybersecurity
Data services (e.g., files, blocks, objects)
Data protection e disaster recovery
Sovranità dei dati
Flessibilità di esecuzione su cloud e on‑premise
Criticità legate alle normative e alla conformità
Possibilità di spostare facilmente le applicazioni esistenti nel cloud pubblico
Sostenibilità
Distribuzione dei dati tra edge, datacenter e cloud pubblici
Requisiti delle applicazioni
Figura 2: Principali fattori che influiscono sulle decisioni relative all'infrastruttura (D4)
03Gli ambienti misti creano nuove criticità e
promuovono l'esigenza di un piano di controllo unificato per gestire tutti i carichi di lavoro e
i dati.
La maggior parte degli intervistati ECI concorda sul fatto che l'ideale è avere a disposizione
un'unica piattaforma per gestire le diverse infrastrutture private e pubbliche: il 96% degli
intervistati italiani si dichiara d'accordo, così come il 94% dei professionisti IT dell'area EMEA
e di tutto il campione ECI a livello mondiale. Tuttavia, la sovrapposizione sembra finire qui,
poiché il livello di criticità dei numerosi aspetti gestionali degli ambienti ibridi viene valutato
diversamente.
Tra gli intervistati ECI a livello globale, per esempio, l'aspetto indicato più
spesso come
problematico nella gestione di ambienti IT multipli è stato generalmente il disaster recovery e la
business continuity (43%). In Italia questo fattore è stato invece citato da una percentuale molto
inferiore di professionisti (27%), piazzandosi al sesto posto a pari merito con la conformità e la
governance dei dati. Gli intervistati italiani hanno invece citato più di frequente le analitiche
dei dati e l'orchestrazione (44%), come mostrato in Figura 3, seguite a ruota dai costi per lo
storage dei dati (43%) e dalla visibilità sull'ubicazione di tutti i dati nell'infrastruttura IT
mista (40%).
La visibilità dei dati negli ambienti ibridi sta diventando sempre più difficile e
allo stesso
tempo sempre più importante, poiché i reparti IT non possono gestire, proteggere o analizzare ciò
che non riescono a “vedere”. Sebbene il 92% degli intervistati italiani
Analitiche per dati e orchestrazione
Analitiche per dati e orchestrazione
Costi per lo storage dei dati
Disaster recovery/Business continuity
Italia
EMEA
ALL
Figura 3: Principali criticità nella gestione dei dati in ambienti misti (D9a)
04Rispetto agli altri intervistati, la
motivazione per spostare le applicazioni del campione italiano è differente.
Quasi tutti gli intervistati italiani (99%) dichiarano di aver spostato applicazioni da
un'infrastruttura all'altra negli ultimi 12 mesi. La maggior parte ha affermato di averlo fatto
nella speranza di accelerare lo sviluppo delle applicazioni (41%). Il dato differisce rispetto agli
intervistati dell'intera area EMEA e del resto del mondo, che hanno invece indicato come
motivazione principale il miglioramento della sicurezza e/o della conformità ai requisiti normativi
(Figura 4). Inoltre, come già accennato in precedenza, le organizzazioni italiane intervistate
hanno indicato i costi come primo criterio per la scelta dell'infrastruttura, ma come ultimo motivo
per trasferire un'applicazione in un nuovo ambiente. La percentuale di intervistati italiani che ha
scelto i costi in entrambi i casi è la stessa (12%).
In generale, il campione degli intervistati ECI ha sempre fatto emergere valutazioni mutevoli
riguardo ai costi e/o ai possibili risparmi nelle implementazioni IT. Nei cinque anni in cui è
stata condotta la ricerca ECI, il costo si è sempre mantenuto pressoché a metà lista nell'elenco
delle priorità degli intervistati. Questo perché la categoria “costo” è piuttosto vasta e comprende
molte variabili che rendono difficile un confronto diretto, soprattutto in virtù delle divergenti
opinioni sul cloud computing come modello di consumo o di funzionamento dell'IT. Allo stesso tempo,
la maggior parte degli intervistati tende a posizionare il controllo dei costi in cima all'elenco
delle criticità da affrontare: quest'anno, per esempio, l'84% degli intervistati in Italia, l'81%
degli intervistati in tutta l'area EMEA e l'85% degli intervistati a livello globale ha indicato il
controllo dei costi del cloud come una criticità, e circa un terzo di ciascun gruppo ha definito
tale criticità “notevole” (D5).
Sviluppo di applicazioni più rapido
Miglioramento delle velocità di accesso ai dati
Miglioramento del livello di sicurezza generale e/o conformità ai requisiti normativi
Integrazione con i servizi cloud‑nativi
Migliore controllo dell'applicazione
Esternalizzazione della gestione IT
Raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità
Disaster Recovery
Preoccupazioni relative alla capacità
Disposizioni dall'alto
Governance
Italia
EMEA
ALL
Figura 4: Motivazioni per lo spostamento di applicazioni su altre infrastrutture nell'ultimo anno (D6)
I risultati del Quinto ECI annuale indicano un considerevole aumento nell'uso di infrastrutture IT miste — che comprendono datacenter privati, cloud pubblici e posizioni edge. Le percentuali indicate dalle aziende italiane intervistate superano la media EMEA e quella globale, e danno maggiore importanza ai costi e alle prestazioni come criteri decisionali chiave per le scelte infrastrutturali. Tra gli intervistati in Italia, le analitiche e l'orchestrazione dei dati sono considerate la criticità più importante per la gestione del cloud misto, a differenza di tutti gli intervistati ECI a livello globale per i quali la criticità principale è risultata il disaster recovery. Data la sempre maggiore varietà di infrastrutture, i professionisti IT in Italia e altrove puntano a ottenere una maggiore visibilità tra gli ambienti, a migliorare l'interoperabilità, e a cercare strumenti unificati per gestire e proteggere le applicazioni e i dati in maniera olistica.