Media azienda italiana di successo, Lafert è stata acquisita da Sumitomo Heavy Industries, che ha facilitato l’espansione internazionale del business. Grazie a Nutanix, l’IT ha potuto sostenere la crescita costante della società negli ultimi anni.
Da 60 anni Lafert produce motori elettrici personalizzati sulle specifiche dei clienti. Al ritmo di circa un milione di pezzi l’anno, l’azienda è cresciuta del 60% nell’ultimo decennio, occupando circa 900 persone in tutto il mondo e fatturando, nel 2019, 156 milioni di euro. Il 30% del giro d’affari proviene dal mercato nazionale, mentre la restante quota è generata dalle vendite nel resto del mondo, soprattutto in Europa (con una grande presenza sul mercato tedesco) e negli USA, dove è presente con una filiale. Orientata da sempre all’innovazione tecnologica, Lafert ha un’architettura IT prevalentemente on-premise, dislocata in un data center presso la sede di San Donà di Piave (VE), e infrastrutture locali presso le diverse filiali in tutto il mondo.
SETTORE
Manifatturiero
BENEFICI
- Maggiore scalabilità per supportare la crescita
- Facilità di gestione per un IT di dimensioni limitate
- Miglioramento dell’efficienza, dell’affidabilità e delle prestazioni
- Semplificazione dell’infrastruttura con riduzione di spazi e consumi
SOLUZIONE
Infrastruttura Iperconvergente Nutanix
- 3 cluster con nodi HPE
- Nutanix AOS
- Nutanix AHV
- Nutanix ROBO
Applicativi
- VM general purpose
- Virtualizzazione del CAD
La scalabilità e la facilità di gestione sono le due caratteristiche che apprezziamo di più della tecnologia Nutanix, tanto che stiamo pensando di replicare la soluzione creata nel nostro data center anche nelle altre filiali della nostra organizzazione.
– Thomas Barea, CIO di Lafert
LA SFIDA
Una questione di obsolescenza
Nel 2019 Lafert decide che è arrivato il momento di sostituire lo storage che serviva i due cluster (apparati tradizionali, non iperconvergenti) che supportavano i carichi di lavoro relativi alle Virtual Machine e alla farm Citrix per la virtualizzazione applicativa. I dischi avevano cinque anni di vita e avevano fatto il loro tempo, entrando in sofferenza sia in termini di prestazioni sia di occupazione anche a causa della crescita dell’azienda. Gli utenti sperimentavano un degrado dei tempi di risposta e l’IT non riusciva a creare nuove macchine virtuali; insomma, l’infrastruttura bloccava lo sviluppo del business e dei nuovi progetti.
Si punta all’iperconvergenza
Esaminate diverse opzioni, Lafert sceglie di puntare più in alto rispetto alla semplice sostituzione del materiale obsoleto, approfittando per semplificare la gestione, migliorare l’efficienza e costruire un’infrastruttura in grado di crescere con facilità e scalabilità. Decide quindi di sposare la filosofia iperconvergente, in grado di soddisfare tutti i requisiti richiesti.
LA SOLUZIONE
A metà del 2019 viene sostituita l’infrastruttura sottostante lo stack Citrix, con un primo cluster Nutanixcomposto da tre nodi di produzione HPE. Lafert addirittura anticipa i tempi, perché la partnership ufficialetra Nutanix e HPE viene siglata alla fine del 2019. Il secondo step, realizzato all’inizio del 2020, vede lasostituzione dell’infrastruttura che regge i carichi di lavoro relativi alle Virtual Machine. In questo casovengono usati nodi HPE certificati Nutanix e, di nuovo, la soluzione viene implementata presso il data centerdell’azienda.
Anche le filiali si trasformano
Completati i primi due step e verificata da subito la bontà della scelta fatta, Lafert decide di allargarel’adozione della tecnologia Nutanix anche alle altre filiali, realizzando una sorta di laboratorio presso la sededi Noventa di Piave (VE), dove vengono installati due nodi ROBO per gestire i servizi delocalizzati, come idomain controller, i print server e un piccolo file server utilizzato per le attività di produzione. Lo stessoscenario viene poi replicato presso la sede di Ravenna.
I RISULTATI
Semplicità, prestazioni e alta affidabilità
Con il primo step, la sostituzione dell’infrastruttura per Citrix, Lafert ottiene un deciso miglioramento delleprestazioni: il tempo di log-on degli utenti passa da circa un minuto della vecchia architettura a 23 secondi,restituendo quindi una più gradevole user experience. Il vantaggio più sensibile registrato dopo il secondostep, la sostituzione del cluster per la gestione delle VM, è stato invece la semplificazione dell’infrastruttura,con la riduzione dello spazio occupato nel data center e dei consumi. Con Nutanix, Lafert può anche goderedell’alta affidabilità “by design” dei servizi, visto che in caso di guasto di un nodo l’architettura è progettatain modo da riconfigurarsi e continuare a funzionare, una prerogativa che l’infrastruttura tradizionale aserver-storage non poteva garantire.
Risorse locali, controllo centrale
Prima dell’arrivo dell’iperconvergenza, l’IT delle diverse sedi non era standardizzato, ogni filiale aveva unastruttura diversa e non c’era nessun tipo di controllo centralizzato. Oggi, grazie ai cluster ROBO di Nutanix,tutta l’infrastruttura è monitorabile con facilità attraverso una console centrale.
“La facilità di gestione è stato uno dei driver principali per la scelta di Nutanix insieme alla scalabilità”, diceThomas Barea, CIO di Lafert, “visto che il nostro reparto IT è composto da sole cinque persone. Un altroelemento vincente è stato la possibilità di utilizzare l’hypervisor AHV di Nutanix, anche questo un preziosotassello per la semplificazione nonché un apprezzato risparmio economico”.
IL FUTURO
Pronti per continuare a supportare la crescita
Oltre ad aver aperto una strada per il continuo sviluppo a livello mondiale dell’azienda, grazie alla scalabilitàdelle infrastrutture iperconvergenti, Lafert potrà proseguire nel deployment delle soluzioni Nutanix ROBOpresso le diverse filiali.Nel prossimo futuro, inoltre, l’infrastruttura VDI verrà estesa anche alle postazioni grafiche degli operatoriCAD, che potranno quindi operare anche da remoto e beneficiare della ridondanza degli ambienti virtuali,garantendo una migliore continuità di business.“Una delle caratteristiche più interessanti della tecnologia Nutanix”, conclude Barea, “è la possibilità direalizzare il Disaster Recovery in cloud, una funzionalità che pensiamo di esplorare presto”.